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Letti per voi

Letti per voi - Methodology

Letti per voi

GIMBEnews 2010;5:10

Pubblicato: 29 dicembre 2010

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Gli studi osservazionali (SO) forniscono evidenze specifiche rilevanti, in particolare per rispondere a quesiti di eziologia e di prognosi. Analogamente ai trial gli SO sono esposti sia al pubblication bias (non pubblicare gli studi con risultati sfavorevoli), sia al reporting bias (riportare gli outcome in maniera selettiva). Oggi i registri di trial sono uno strumento ampiamente diffuso per prevenire questi due fenomeni e grazie alla iniziativa dell’International Committee of Medical Journals Editors, la registrazione del trial è un pre-requisito alla loro pubblicazione. Considerato che il razionale etico-scientifico e i potenziali benefici sono analoghi a quelli dei trial e che i registri di trial archiviano già SO, Rebecca Williams et coll. lanciano un appello per attuare la registrazione prospettica degli SO, forniscono numerose proposte pratiche e rispondono a diversi interrogativi.
CMAJ 2010;182:1638-42
 
Qual è l’influenza dei trial sponsorizzati dall’industria sull’impact factor (IF) delle riviste e sui loro introiti finanziari? A questo spinoso interrogativo rispondono Lundh et coll., analizzando i trial pubblicati nel 1996-1997 e nel 2005-2006 da sei riviste: Ann Intern Med, Arch Intern Med, BMJ, JAMA, Lancet, N Engl J Med. Gli Autori  identificano la tipologia di supporto finanziario, analizzano le citazioni ricevute dai trial sponsorizzati e contattano gli editori per ottenere informazioni sugli introiti ricevuti dall’industria. Anche se con ampia variabilità tra le varie riviste, la pubblicazione di trial sponsorizzati dall’industria è associata all’aumento dell’IF e all’incremento degli introiti conseguenti a vendita di ristampe. Gli Autori suggeriscono che le riviste dovrebbero dichiarare, analogamente ai ricercatori, i propri conflitti di interesse per offrire ai lettori un ulteriore elemento di trasparenza.
PLoS Med 2010;7:e1000354
 
La storica serie pubblicata su JAMA negli anni ‘90, che ha dato vita al testo sacro sul critical appraisal, si arricchisce di una nuova guida: come valutare gli articoli che riportano studi sul miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria, un prodotto della letteratura la cui qualità metodologica non ha ancora raggiunto standard soddisfacenti.
JAMA 2010;304:2279-2287
 
I patient reported outcomes (PROs) permettono di valutare l’efficacia degli interventi sanitari dalla prospettiva del paziente e sono particolarmente utili quanto l’intervento contribuisce a migliorare i sintomi, lo status funzionale, la qualità di vita. Kazem Rahimi et coll. hanno analizzato 413 trial che hanno valutato l’efficacia di interventi preventivi e terapeutici in ambito cardiovascolare pubblicati dal 2005 al 2008 su 10 riviste di medicina e cardiologia. Anche se la prevalenza di PROs è aumentata al 16% , circa 2/3 dei trial non riportavano PROs fondamentali  per le decisioni cliniche. Secondo gli Autori questo è dovuto sia all’utilizzo inappropriato degli outcome compositi, sia a una inadeguata misurazione degli effetti avversi.
BMJ 2010; 341:c5707
 
Gli eventi avversi nei pazienti chirurgici aumentano il rischio clinico in tutte le organizzazioni sanitarie, ma la maggior parte degli interventi per migliorare la sicurezza in setting chirurgici si è focalizzata sulle sale operatorie, mentre oltre il 50% di tutti gli errori avvengono al di fuori. de Vries et coll. valutano attraverso uno studio before-after l’efficacia di una checklist estesa a tutto il percorso del paziente chirurgico. Rispetto al periodo before (3760 pazienti osservati in 3 mesi), nel periodo after, successivo all’implementazione della checklist (3820 pazienti osservati in 3 mesi) i ricercatori dimostrano che l’incidenza delle complicanze totali si riduce dal 22.3% al 16.7%, la percentuale di pazienti con una o più complicanze dal 15.4% al 10.6% e la mortalità ospedaliera da 1.5% a 0.8%. L’incidenza degli stessi outcome si manteneva simile nei due periodi in 5 ospedali di controllo.
N Engl J Med 2010; 363:1928-1937
 
L’European Network for HTA ha richiesto una stretta attività collaborativa a sei agenzie europee (Austria, Belgio, Danimarca, Irlanda, Norvegia e Svezia) che avevano avviato un HTA report sulla vaccinazione HPV. Nonostante il rigore metodologico seguito, le conclusioni raggiunte dagli HTA reports sono differenti, determinando diverse decisioni di politica sanitaria nei vari paesi. Finn Børlum Kristensen e Ansgar Gerhardus analizzano le motivazioni di tali differenze e forniscono suggerimenti per migliorare la collaborazione tra agenzie di HTA.
BMJ 2010;341:c5236