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Il sovraffollamento nel dipartimento di emergenza: efficacia di una strategia multifattoriale isorisorse

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Il sovraffollamento nel dipartimento di emergenza: efficacia di una strategia multifattoriale isorisorse
Emanuela Lovato, Davide Minniti, Marika Giacometti, Bruno Barberis, Arturo Pasqualucci, Alberto Piolatto, Gianni Silvio Ogliero, Roberta Siliquini, Luisella Cesari, Gaetano Cosenza

Evidence 2013;5(9): e1000056 doi: 10.4470/E1000056

Ricevuto: 12 luglio 2013    Accettato: 3 settembre 2013    Pubblicato: 27 settembre 2013

Copyright: © 2013 Lovato. Questo è un articolo open-access, distribuito con licenza Creative Commons Attribution, che ne consente l’utilizzo, la distribuzione e la riproduzione su qualsiasi supporto esclusivamente per fini non commerciali, a condizione di riportare sempre autore e citazione originale.

Background. Una criticità che affligge la maggior parte degli ospedali è il sovraffollamento (overcrowding) del pronto soccorso (PS) conseguente a vari fattori: iper-afflusso di pazienti, riduzione dei posti letto di degenza ordinaria, scarsa recettività delle strutture di lungodegenza. Per fronteggiare tale problematica, il presidio ospedaliero di Rivoli dell’ASL TO3 ha realizzato una serie di azioni isorisorse di riorganizzazione del DEA.
Obiettivi. Contenere il sovraffollamento del PS attraverso una serie di strategie volte sia a migliorare la qualità del servizio per gli utenti, sia a supportare i clinici nella gestione dei pazienti, in particolare quelli più fragili.
Metodi. Il progetto si inserisce nel contesto di umanizzazione del PS, iniziato a ottobre 2010. Sono state implementate in parallelo diverse strategie organizzative isorisorse, volte a ridefinire e aumentare la centralità del paziente: introduzione del widen-OBI, introduzione del codice argento, applicazione di uno specifico percorso assistenziale per i codici bianchi, definizione di percorsi assistenziali per specifiche categorie di pazienti, corso di formazione per il personale afferente al PS, coinvolgimento di personale volontario, valutazione della qualità percepita degli utenti.
Risultati. Il modello organizzativo widen-OBI ha portato sia vantaggi diretti, come il deflusso di una media di 5-6 pazienti/die gestiti in widen-OBI, sia indiretti, quali la riduzione del sovraccarico di lavoro per gli operatori del DEA, maggior appropriatezza delle prestazioni, minor rischio per i pazienti, migliore gestione di spazi e risorse. L’introduzione del codice argento ha determinato una significativa riduzione dei tempi d’attesa in PS per i pazienti fragili. Le altre strategie saranno oggetto di future valutazioni e misurazioni.
Limiti. Le criticità individuate nella fase iniziale non hanno trovato sostanziale evidenza. Il widen-OBI rischiava di causare un allungamento dei tempi d’attesa per la chirurgia elettiva, ma tale dato non è stato confermato dalla pratica clinica. La diffidenza iniziale degli operatori verso il coinvolgimento di volontari è stata superata con una rigorosa attività di selezione e formazione.
Conclusioni. L’attuazione sinergica di queste strategie, pur non risolvendo completamente il sovraffollamento del PS, ha determinato una redistribuzione del sovraccarico di lavoro, una migliore gestione degli spazi, una maggior appropriatezza nell’erogazione di alcune prestazioni e una diminuzione del rischio per i pazienti. Il prossimo step potrebbe essere la sperimentazione di un Full Widen-OBI e l’istituzionalizzazione di modelli analoghi in presidi ospedalieri interaziendali, in un’ottica isorisorse.