Home Articoli
Transitional Care: implementazione di un modello organizzativo multidimensionale di cure intermedie

Ricerca originale

Transitional Care: implementazione di un modello organizzativo multidimensionale di cure intermedie
Davide Minniti, Marika Giacometti, Michele Ceruti, Silvio Venuti, Pasquale Grassano, Arturo Pasqualucci, Roberta Siliquini, Luisella Cesari, Gaetano Cosenza

Evidence 2014;6(6): e1000082 doi: 10.4470/E1000082

Ricevuto: 6 maggio 2014    Accettato: 9 maggio 2014    Pubblicato: 26 giugno 2014

Copyright: © 2014 Giacometti. Questo è un articolo open-access, distribuito con licenza Creative Commons Attribution, che ne consente l’utilizzo, la distribuzione e la riproduzione su qualsiasi supporto esclusivamente per fini non commerciali, a condizione di riportare sempre autore e citazione originale.

Background. I rapidi cambiamenti demografici hanno profondamente modificato il funzionamento della rete dei servizi ospedalieri e territoriali. Il modello di cure intermedie (CI) o transitional care è un servizio “ponte” tra ospedale e territorio che rappresenta una difficile sfida perché deve rispondere a specifici requisiti di appropriatezza, efficacia, efficienza e sicurezza. Per far fronte alla situazione socio-economica attuale ed in riferimento al PSSR 2010-2015, il Piemonte ha recentemente attuato un piano di rientro che mira a superare l’inappropriatezza di alcune prestazioni e delle loro modalità di erogazione. Di conseguenza la DGR n. 6-5519 del 14/03/13 ha previsto per l’ASL TO3 la riconversione di 5 ospedali in strutture di assistenza territoriale per le CI.
Obiettivi.Valutare l’appropriatezza organizzativa, l’efficacia e l’efficienza delle diverse dimensioni del modello organizzativo di CI: Centro di Assistenza Primaria (CAP), Servizio di Telemedicina (ST), Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria (CAVS).
Metodi. La prima fase ha previsto l’apertura del CAP presso il presidio ospedaliero di Avigliana. Si è poi provveduto ad attivare il ST dell’ASL TO3. Sono stati calcolati i volumi di attività di entrambi i servizi, relativamente ai primi sei mesi dall’apertura, ed è stato misurato l’impatto di questo nuovo modello organizzativo sull’attività della struttura di Emergenza di riferimento presso il DEA di Rivoli. Per la CAVS, inoltre, si è provveduto ad effettuare un’analisi di appropriatezza ex ante ed un’analisi dei costi.
Risultati. Il totale degli accessi al CAP, nei mesi indice del 2013, è di circa 2000 casi, con una media di 14 pazienti/die. Il 70% dei casi ha richiesto l’intervento medico. Le cause di accesso più comuni sono state i traumi (22%). Nel 65% dei casi l’esito è stato la dimissione a domicilio. Per la CAVS, un’analisi delle SDO ha dimostrato che il numero di posti letto per acuti non era coerente con le esigenze dei pazienti, che per lo più necessitavano di cure post-acuzie, e sono stati riconvertiti 163 posti letto per acuti in 110 posti letto di CI ottenendo un risparmio di circa 24.000 €/die. Per quanto riguarda il ST attualmente sono monitorati a domicilio 32 pazienti. E’ stato poi misurato l’impatto del modello organizzativo di CI sull’attività del DEA di Rivoli: rispetto allo stesso periodo del 2012, i codici bianchi sono diminuiti dal 17% al 13% ed i codici verdi hanno subito una lieve riduzione (1,5%).
Limiti. Non sono ancora disponibili i dati relativi alle successive fasi del progetto.
Conclusioni. La sinergia di nuovi modelli assistenziali rappresenta una possibile soluzione ai problemi legati alla corretta gestione dei pazienti e, consentendo l’erogazione di prestazioni appropriate, può garantire quella sostenibilità di cui il nostro SSN ha particolare bisogno in questo particolare momento storico.