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2° Rapporto GIMBE sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale

Editoriale

2° Rapporto GIMBE sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale
Antonino Cartabellotta

Evidence 2017;9(6): e1000168 doi: 10.4470/E1000168

Pubblicato: 28 giugno 2017

Copyright: © 2017 Cartabellotta. Questo è un articolo open-access, distribuito con licenza Creative Commons Attribution, che ne consente l’utilizzo, la distribuzione e la riproduzione su qualsiasi supporto esclusivamente per fini non commerciali, a condizione di riportare sempre autore e citazione originale.

Il 6 giugno 2017 la Fondazione GIMBE ha presentato a Roma, presso Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca “Giovanni Spadolini” Senato della Repubblica, il “2° Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”. Il Rapporto è disponibile all’indirizzo: www.rapportogimbe.it. Sino al 30 settembre, attraverso un modulo dedicato, è possibile partecipare alla consultazione pubblica per commenti, suggerimenti, integrazioni, all’indirizzo www.rapportogimbe.it/consultazione. l presente articolo riporta l’Executive Summary del Rapporto GIMBE.

Diversi sono i fattori che oggi minano la sostenibilità di tutti i sistemi sanitari: il progressivo invecchiamento delle popolazioni, il costo crescente delle innovazioni, in particolare quelle farmacologiche, e il costante aumento della domanda di servizi e prestazioni da parte di cittadini e pazienti. Tuttavia, il problema della sostenibilità non è di natura squisitamente finanziaria, perché un’aumentata disponibilità di risorse non permette comunque di risolvere cinque criticità ampiamente documentate nei paesi industrializzati: l’estrema variabilità nell’utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie; gli effetti avversi dell’eccesso di medicalizzazione; le diseguaglianze conseguenti al sotto-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie dall’elevato value; l’incapacità di attuare efficaci strategie di prevenzione; gli sprechi, che si annidano a tutti i livelli.

In tal senso, il dibattito sulla sostenibilità del SSN continua ad essere affrontato in maniera distorta dalle varie categorie di stakeholder che, guardando a un orizzonte a breve termine, rimangono arenati su come reperire le risorse per mantenere lo status quo, allontanando la discussione dalle modalità con cui riorganizzare il sistema sanitario per garantirne la sopravvivenza. Per tale ragione, con il precedente Rapporto, elaborato dopo tre anni di studi, consultazioni e analisi indipendenti nell’ambito della campagna #salviamoSSN, la Fondazione GIMBE ha scelto di affrontare la sostenibilità del SSN in una prospettiva decennale, arco temporale sufficiente a mettere in campo gli interventi necessari per fronteggiare la crisi.

Il 2° Rapporto GIMBE sulla sostenibilità del SSN, tenendo conto dei preziosi feedback ricevuti in occasione della consultazione pubblica e di leggi e azioni politiche degli ultimi 12 mesi, fotografa innanzitutto tutte le fonti di finanziamento del SSN: spesa pubblica, spesa privata (intermediata e out-of-pocket), con focus su compartecipazioni alla spesa sanitaria, addizionali regionali IRPEF e detrazioni fiscali per spese mediche.

Il Rapporto analizza quindi in maniera dettagliata le quattro criticitĂ  che condizionano la sostenibilitĂ  del SSN: definanziamento pubblico, nuovi LEA, sprechi e inefficienze e ipotrofia della spesa privata intermediata, e propone le relative soluzioni.

La rivalutazione della prognosi del SSN al 2025 conferma che la cifra necessaria per garantirne la sostenibilità richiede anzitutto l’esplicita volontà di rimettere al centro dell’agenda politica la sanità pubblica e, più in generale, il sistema di welfare, sintonizzando programmazione finanziaria e sanitaria sull’obiettivo prioritario di salvaguardare la più grande conquista sociale dei cittadini italiani: un servizio sanitario pubblico equo e universalistico da garantire alle future generazioni.

Escludendo a priori un disegno occulto di smantellamento e privatizzazione del SSN, la Fondazione GIMBE suggerisce un “piano di salvataggio” del SSN attraverso sei azioni fondamentali:

  • offrire ragionevoli certezze sulle risorse destinate al SSN, mettendo fine alle annuali revisioni al ribasso rispetto alle previsioni e soprattutto con un graduale rilancio del finanziamento pubblico;
  • rimodulare i LEA sotto il segno del value, per garantire a tutti i cittadini servizi e prestazioni sanitarie ad elevato value, destinando quelle dal basso value alla spesa privata e impedendo l’erogazione di prestazioni dal value negativo;
  • ridefinire i criteri della compartecipazione alla spesa sanitaria e le detrazioni per spese sanitarie a fini IRPEF, tenendo conto anche del value delle prestazioni sanitarie;
  • attuare al piĂą presto un riordino legislativo della sanitĂ  integrativa;
  • avviare un piano nazionale di prevenzione e riduzione degli sprechi, al fine di disinvestire e riallocare almeno 1 dei 2 euro sprecati ogni 10 spesi;
  • mettere sempre la salute al centro di tutte le decisioni (health in all policies), in particolare di quelle che coinvolgono lo sviluppo economico del Paese, per evitare che domani la sanitĂ  paghi “con gli interessi” quello che oggi appare una grande conquista.

In assenza di un piano politico di tale portata, la graduale trasformazione verso un sistema sanitario misto sarĂ  inesorabile e consegnerĂ  definitivamente alla storia il nostro tanto decantato e invidiato sistema di welfare. Ma, se anche questa sarĂ  la strada, la politica non potrĂ  esimersi dal giocare un ruolo attivo, avviando una rigorosa governance della delicata fase di transizione con il fine di proteggere le fasce piĂą deboli e di ridurre al minimo le diseguaglianze.