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La promozione del parto naturale: effetti di un ambulatorio dedicato sulla prevalenza del taglio cesareo

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La promozione del parto naturale: effetti di un ambulatorio dedicato sulla prevalenza del taglio cesareo
Valentina Simonetti, Dania Comparcini, Carmen Donadio, Maria Luisa Buonagiunto, Marta Di Nicola, Giancarlo Cicolini

Evidence 2015;7(4): e1000109 doi: 10.4470/E1000109

Ricevuto: 23 maggio 2014    Accettato: 20 novembre 2015    Pubblicato: 28 aprile 2015

Copyright: © 2015 Simonetti. Questo è un articolo open-access, distribuito con licenza Creative Commons Attribution, che ne consente l’utilizzo, la distribuzione e la riproduzione su qualsiasi supporto esclusivamente per fini non commerciali, a condizione di riportare sempre autore e citazione originale.

Background. Il taglio cesareo (TC) è una procedura chirurgica eseguita in tutto il mondo, spesso senza una reale necessità, con un trend in continuo aumento sopratutto nei paesi industrializzati. In Italia la prevalenza del TC è più elevata rispetto ad altri paesi europei. Tale pratica espone le donne a rischio di complicanze evitabili e aumenta i costi dell’assistenza sanitaria. Tra i fattori riconducibili al ricorso al TC vengono riportate: carenze organizzative, medicina difensiva, convinzione che sia una modalità elettiva di nascita, scarso supporto alla donna del personale sanitario nel percorso di accompagnamento alla nascita. Diverse evidenze suggeriscono che interventi educativi rivolti alle donne in gravidanza aumentano la probabilità del parto naturale (PN) rispetto al cesareo: un ambulatorio dedicato al PN potrebbe risultare determinante nel dipanare dubbi ed incertezze della gestante e promuovere la scelta del parto naturale rispetto al TC.
Obiettivi. Confrontare la prevalenza dei TC prima e dopo l’implementazione di un ambulatorio dedicato alla promozione del PN.
Metodi. L’indagine è stata condotta consultando i dati delle cartelle cliniche delle pazienti afferenti al Dipartimento Materno-Infantile della Azienda USL di Pescara dal 1 febbraio al 31 ottobre 2011, prima dell’attivazione dell’ambulatorio, e dal 1 febbraio al 31 ottobre 2012, dopo l’attivazione dello stesso.
Sono state incluse tutte le schede ostetriche delle donne con gravidanza a termine (37 settimane di gestazione); feto vivo in presentazione cefalica; precedente parto spontaneo; precedente TC eseguito in travaglio con buona dilatazione cervicale raggiunta; intervallo tra i parti di 18-24 mesi.
Risultati. Sul totale delle cartelle esaminate (2.623), il campione per l’anno 2011 e 2012 è costituito rispettivamente da donne che hanno espletato prevalentemente il PN (62%; 68%) con un’età media di 32.0±1.9 e 31.6±0.3, di nazionalità italiana (82%; 87%). Rispetto alla tipologia di parto espletato, è stato rilevato sia un incremento del 6% dei PN, che una riduzione (6%) dei TC (p<0.001).
Limiti. Il disegno di studio, descrittivo e monocentrico rende i risultati scarsamente generalizzabili e consente di formulare solo ipotesi. Sono necessari ulteriori studi prospettici per confermare le differenze osservate.
Conclusioni. Dai risultati è emersa una riduzione del tasso di prevalenza dei TC con una inversione di tendenza rispetto alla tipologia di parto, prima e dopo l’ambulatorio dedicato al PN. Si ipotizza che l’attivazione del servizio, contestualmente ad un percorso educativo e di accompagnamento alle donne in gravidanza gestito dal team multidisciplinare, siano efficaci nella promozione del PN.