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Monopolio e prezzo dei farmaci: il caso del sofosbuvir

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Monopolio e prezzo dei farmaci: il caso del sofosbuvir
Paolo Piergentili

Evidence 2017;9(7): e1000169 doi: 10.4470/E1000169

Ricevuto: 13 aprile 2017    Accettato: 9 maggio 2017    Pubblicato: 21 settembre 2017

Copyright: © 2017 Piergentili. Questo è un articolo open-access, distribuito con licenza Creative Commons Attribution, che ne consente l’utilizzo, la distribuzione e la riproduzione su qualsiasi supporto esclusivamente per fini non commerciali, a condizione di riportare sempre autore e citazione originale.

Background. L’industria farmaceutica attribuisce gli alti prezzi dei farmaci alla necessità di recuperare alti costi di ricerca e sviluppo (R&S). La politica dei prezzi di Gilead Sciences Inc. ha sollevato infinite polemiche sia negli USA che nel resto del mondo: il sofosbuvir ha assicurato per molti mesi a Gilead il monopolio sul trattamento delle infezioni da virus dell’epatite C (HCV) senza interferone.
Obiettivi. Questo studio mira a valutare se il prezzo di commercializzazione del sofosbuvir trovi davvero giustificazione nei costi di R&S e di produzione industriale.
Metodi. Una serie di informazioni industriali sono state ricavate dal Report di una commissione di inchiesta del Senato degli Stati Uniti sul prezzo del sofosbuvir. Altre fonti di informazioni sono state il sito di Gilead e altre pagine web. Dati finanziari sono forniti dal report di Gilead all’autorità della Borsa americana. I costi di R&S sono stati ricavati sia dalle fonti citate che da dati di letteratura. Per rendita si intende un eccesso di ricavi (oltre il ragionevole) rispetto ai costi industriali.
Risultati. Gilead è apparsa piuttosto efficiente sia in termini di percentuale di successi che di resa finanziaria del processo di R&S, con risultati migliori di quelli riportati in letteratura. I ricavi sono stati di diversi ordini di grandezza più elevati rispetto ai costi industriali puri, tali da poter essere definiti una rendita di posizione e non un profitto. Viene presentato un ipotetico piano industriale, che avrebbe potuto coniugare sia un più che adeguato ritorno dell’investimento che una politica di sanità pubblica sostenibile.
Limiti. Questa analisi si basa in parte su stime, e non su dati reali, benché suffragate da adeguata documentazione. Inoltre alcuni assunti di farmacoeconomia adottati nel lavoro non sono di generale condivisione.
Conclusioni. Il caso del sofosbuvir, nella sua peculiarità, ha ben evidenziato i fattori determinanti degli enormi profitti dell’industria farmaceutica, specialmente nelle nuove molecole antivirali e antitumorali. Tali fattori sono individuati da una parte nelle pratiche di monopolio, che si avvantaggiano anche dell’altro fattore, ovvero la pressione che comprensibilmente i pazienti sono in grado di esercitare sulle organizzazioni sanitarie. Si suggerisce una diversa politica nei confronti dei brevetti dei farmaci, almeno nei casi in cui le condizioni di monopolio siano particolarmente evidenti.